di Dario Famà
Nel corso di questa rubrica abbiamo visto chi sono i protagonisti e come funziona il sistema carcerario italiano. In questo articolo, il focus sarà sulla quantità di denaro impiegato dallo Stato per finanziare il sistema penitenziario italiano.
Analizzando la bozza del bilancio del Ministero della Giurisprudenza per il 2022, si registra un aumento di quasi 125 milioni i fondi per l’amministrazione carceraria. Nel conto totale delle risorse, la somma ammonta a 3,2 miliardi di euro, che corrisponde al 4% rispetto all’anno passato. L’incremento degli investimenti si registrano anche nella spesa giornaliera per detenuto: si è passati da 128 nel 2017 ai 164 euro del 2022.

Del totale 3,2 miliardi, quasi 2/3 vengono spesi per finanziare gli agenti di polizia penitenziaria (nonostante il finanziamento per tale corpo sia diminuito il 3,5%). A diminuire, invece, sono i fondi destinati all’accoglienza e al reinserimento delle persone sottoposte a misure giudiziarie (che si attesta a 315 milioni) e quelli riguardanti la ristrutturazione e riqualificazione di impianti e attrezzature negli istituti carcerari.

L’aumento più significativo si ha nel settore dell’edilizia penitenziaria, che è aumentata del 60% (da 127 a 203 milioni). Un ulteriore incremento nelle voci di spesa riguarderebbe la digitalizzazione e il cablaggio nelle carceri italiane, che ammonterebbe a 5 milioni in più. In questo frangente, uno dei fattori che ha permesso un maggior dispiegamento di risorse economiche è sicuramente il PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza) e dei conseguenti fondi europei stanziati in una situazione emergenziale.