L’incubo bianconero è realtà: questo campionato si può considerare regolare?

La Corte d’Appello della FIGC ufficializza i dieci punti di penalità alla Juventus. Aumentano i dubbi sulla regolarità del campionato

di Claudio Savino

Le paure dei tifosi italiani (tutti) adesso sono realtà. Il precedente è inquietante. Dopo mesi di sali e scendi, alla fine, la Juventus ha subito l’ennesima penalizzazione. Non si entra nel merito della sentenza in quanto tale, dato che, in caso di illecito, è giusto che ci sia una conseguenza. Questo deve essere chiaro. Si entra bensì nel merito della decisione di penalizzare la squadra bianconera a campionato in corso. La decisione mi aveva lasciato perplesso già quando fu applicata il 20 gennaio, a pochi giorni da Napoli-Juventus (gara poi vinta dai partenopei 5-1). In quel caso, la formazione allenata da Massimiliano Allegri fu penalizzata di 15 punti, scivolando così al decimo posto. Da quel momento, salvo pochi scivoloni, la Vecchia Signora era riuscita a racimolare punti su punti, portandosi a ridosso del quarto posto. La decisione iniziale, però, è stata poi messa in pausa dal Collegio di Garanzia che ha “momentaneamente” sospeso la pena, in attesa di un’ulteriore udienza, fissata per il 22 maggio. Udienza che ha significato una nuova sanzione, questa volta “meno grave” rispetto alla prima, ma altrettanto inquietante. Specie se si considerano le tempistiche. La penalizzazione, infatti, è stata ufficializzata trenta minuti prima della gara tra Empoli e Juventus. Una partita inevitabilmente condizionata dalla decisione presa e dal risultato, per forza di cose, falsato. Il risultato sarebbe stato lo stesso se la sentenza fosse stata domani? Ai posteri l’ardua sentenza.

Il saliscendi juventino: le tappe del percorso

Come detto, il 20 gennaio la Juventus veniva penalizzata di 15 punti in classifica. Nonostante ciò, la squadra di Allegri ha avuto la forza di mantenersi in zona Champions. Quando poi, settimane più tardi i punti tolti sono stati restituiti ai bianconeri, la Juve è balzata direttamente al secondo posto. Una posizione che ha poi mantenuto fino al 22 maggio. Un lunedì nero, perché è costata alla Juventus la possibilità di giocare la prossima Champions League. Le motivazioni date dal procuratore federale, Giuseppe Chiné, sono state accolte e la Juventus ha ricevuto una nuova penalizzazione: 10 i punti tolti alla società bianconera. Questa decisione, a mio avviso, getta gravi ombre sulla regolarità del campionato corrente.

«Campionato falsato», Allegri ci aveva visto giusto

Lo aveva detto anche l’allenatore juventino, e non solo. Dare una penalizzazione a campionato in corso rende il campionato irregolare. Sono diversi i motivi e i club coinvolti. La Juventus, ovviamente, che ha dovuto prima rincorrere le prime quattro posizioni e poi ha dovuto mantenere il secondo posto, senza avere certezza di concludere il campionato con i punti guadagnati in campo. I club coinvolti nella corsa Champions (Inter, Milan, Lazio, Roma e Atalanta), perché hanno avuto un rendimento basso, sicuramente, ma sufficiente ad entrare nell’Europa che conta. Cosa che poi si è rivelata immediatamente falsa quando la Juventus ha ricevuto nuovamente i punti, andando così a penalizzare queste squadre. Adesso, che i punti sono stati tolti una seconda volta, le formazioni in lotta per Conference ed Europa League si vedrebbero coinvolte, dal momento che dovrebbero battagliare anche con la Juventus per un posto fra il sesto e il settimo posto. Le squadre escluse da queste irregolarità sarebbero solo quelle che lottano per non retrocedere e il Napoli, che ha dominato il campionato. La soluzione più idonea, probabilmente, era quella di prendere una decisione direttamente alla fine del campionato e penalizzare la squadra bianconera in caso di illecito (come detto all’inizio, non si entra nel merito della decisione di penalizzare, quanto sulle tempistiche). Poco importa se la penalizzazione avrebbe avuto effetto sulla stagione 2022/23 o su quella successiva. Ma, indubbiamente, non avrebbe inciso su tutto il campionato, permettendo ai giocatori di non essere coinvolti in decisioni extra campo.

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