E il terzo giorno non resuscitò: Renzi minaccia di uccidere la libertà di stampa

di Dario Famà

Nel giorno in cui milioni di fedeli celebrano la resurrezione di Gesù Cristo, non posso non ricordare ai lettori un evento che ha impazzato nelle cronache del nostro Paese in quest’ultima settimana. Dopo aver raccattato un ottimo 2,7% (ad appena –25% dagli acerrimi rivali di sinistra) alle regionali friulane, il senatore e bugiardo seriale Matteo Renzi ha annunciato il suo approdo alla direzione del giornale “Il Riformista” in qualità di direttore. Dopo essersi autodistrutto con un referendum iper-personalizzato (quello che giustamente Marco Travaglio chiamò “Referenzum”) e aver promesso di uscire dalla vita politica, il Mr. Bean toscano prova a lanciarsi nella sfida giornalistica. Duole ricordare, però, all’ex Presidente del Consiglio e rottamatore della sinistra che riuscì nell’impresa titanica di far chiudere il giornale del suo vecchio partito per ben due volte. Se nel 2014 l’ex segretario del PD spinse per liquidare la società editrice de “l’Unità” per crearne una minoritaria di partito, tre anni dopo il giornale chiuse i battenti per esser diventato completamente asservito alla sua inconsistente linea politica. Divenuto carta straccia e impossibile da leggere per chi aveva amato il quotidiano della vecchia sinistra, esso venne soppiantato da “Democratica”, che si fece interprete della visione vacua dell’ex segretario. Inutile dire che anch’essa fu un fiasco totale e chiuse dopo appena 2 anni di pubblicazioni. Insomma, stiamo parlando del Micheal Jordan della politica e del Lionel Messi del giornalismo: un vero prodigio.
Nonostante le ripetute insufficienze rimediate, ora Renzi prende il controllo di “Il Riformista”, creando un precedente di cui nemmeno Berlusconi fu capace. Ciò che è evidente, invece, è l’incredibile vocazione del Matteo d’Arabia nello scimmiottare goffamente e malamente il suo padrino politico.

Riavvolgiamo il nastro: una volta salito al governo, il Cavaliere del Lavoro e delle minorenni istaurò una vera e propria dittatura mediatica tramite il monopolio dei maggiori canali informativi della televisione italiana (controllo della RAI e delle reti Mediaset). Renzi, invece, si è dovuto accontentare di una timida sovrapposizione del suo attuale ruolo di parlamentare (e quindi uomo politico) con quello di giornalista (in quanto nuovo direttore del periodico).
Si tratta di una sovrapposizione di poteri inquietante e degna di un vero stato antidemocratico. Come si può accettare che un uomo eletto e pagato dal popolo per svolgere mansioni politiche si occupi contemporaneamente di un giornale?
Ciò non solo stupra e viola il ruolo da “cane da guardia” che il giornalismo dovrebbe esercitare nei confronti della politica (cosa che comunque in Italia succede pochissimo), ma va ad intaccare l’efficacia nello svolgere entrambe le mansioni e il tempo che queste richiederebbero per esser svolte come Dio comanda.

Ma di cosa ci stupiamo? Secondo il World Press Freedom Index, nel 2022 il nostro Paese si trova al 58esimo posto per libertà di stampa, dopo aver perso ben 17 posizioni dall’anno precedente.
Al netto dello sconcertante stato di salute della libertà sancita nell’Articolo 21 della nostra Costituzione, non si può continuare così. Ora più che mai è necessaria una legge per proibire in maniera chiara e netta il conflitto d’interessi in ambito giornalistico, affinché coloro che dovrebbero essere i controllori non diventino a loro volta i controllati.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: