Antonio Tajani non può essere il Ministro degli Esteri

Dopo le ultime dichiarazioni di Berlusconi su Putin e Zelensky, affidare la Farnesina a Forza Italia sarebbe folle: Mattarella intervenga

di Simone Gioia

Chi fa politica lo sa bene, ciò che si dichiara in pubblico non coincide mai, o quasi mai, con quanto si afferma in privato: è una delle più antiche leggi non scritte della politica. Questo perché se un politico dicesse realmente ciò che pensa, probabilmente non lo voterebbe nessuno. Lo sa bene Silvio Berlusconi, il quale per primo e più di tutti ha fatto della comunicazione e del populismo uno dei suoi punti di forza. Quella stessa comunicazione che questa volta lo ha però tradito. In realtà il tradimento è stato duplice: le sue parole in primis e l’esponente azzurro (deputato o collaboratore che sia) che ha registrato il Cavaliere durante la riunione di Forza Italia in secundis. Sul secondo aspetto spetterà al partito azzurro prendere provvedimenti o meno, anche perché è una vicenda interna al partito di Berlusconi e non interessa di certo all’opinione pubblica.

Ciò su cui bisogna riflettere sono invece le dichiarazioni del Cavaliere su Putin, il sostegno all’Ucraina e il giudizio di Zelensky. Quanto affermato da Berlusconi sul dittatore russo, che ha sulla coscienza crimini di guerra conosciuti ormai a tutto il Mondo, ha del paradossale. E non tanto per la rivendicazione dell’amicizia fra i due leader (è antica e non è illegale, anzi legittimo) ma quanto per il contenuto, per i modi e per i tempi. Anche se in una fase così drammatica della storia, rivendicare con tanto di orgoglio la propria amicizia con Vladimir Putin non è solo impopolare, ma anche inopportuno (e sarebbe superfluo ricordarne le motivazioni). L’altro aspetto riguarda le parole riservate dal leader di Forza Italia al presidente ucraino: gravi e che devono far riflettere. Ecco, diciamo che Berlusconi ha mantenuto fede a quella regola non scritta che citavo in apertura (ma nel frattempo qualcun lo ha tradito e lo ha smascherato).

Proprio per tutte queste ragioni, non bastano i presunti chiarimenti che il Cavaliere si è affrettato a dare in serata e stamane. Non bastano neanche i chiarimenti che nella giornata di oggi Tajani si è affrettato a dare a Bruxelles. E non bastano neanche le dichiarazioni degli esponenti azzurri per ricordare l’atlantismo di Forza Italia. Quegli stessi deputati che al termine del discorso di Berlusconi hanno applaudito convintamente senza batter ciglio. Per tutte queste ragioni, mandare alla Farnesina Antonio Tajani (numero due di Forza Italia), seppur rispettato e stimato politicamente in Europa per il suo curriculum, sarebbe un grave errore politico che Giorgia Meloni commetterebbe. L’esecutivo partirebbe già debole e sarebbe privo di credibilità a livello internazionale. Nel toto ministri, Tajani è dato per certo in quel dicastero. Ma bisognerà attendere domani, quando in mattinata il centrodestra è atteso al Quirinale per le consultazioni, per capire l’evoluzione della situazione. Con tutta probabilità in serata Giorgia Meloni potrebbe ritornare al Quirinale per accettare l’incarico che Mattarella le conferirà. Quello stesso Mattarella chiamato a intervenire e a sbrogliare anche questa situazione. Ebbene ripeterlo se non fosse chiaro che il centrodestra ha il diritto di governare questo Paese – poiché legittimato dagli elettori – ma senza Antonio Tajani. Perché Antonio Tajani non può essere il Ministro degli Esteri del governo Meloni. No, non possiamo proprio permettercelo.

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Pubblicato da Simone Gioia

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