di Natale Francesco Aurelio
Nel nostro Paese non esiste alcuna effettiva possibilità di acquisire automaticamente la cittadinanza italiana se si nasce da genitori stranieri o se si giunge in Italia in età neonatale. I nati in Italia da genitori stranieri sono oltre mezzo milione, quasi il 60% dei 900 mila minori stranieri residenti nel nostro paese e il 7% della popolazione scolastica. A fronte di questo numero elevato non esiste, ancora, una legge in grado di riconoscere automaticamente, queste persone, come cittadini italiani. Attualmente le uniche possibilità sono lo “Ius Sanguinis”, art. 1 della legge n. 91/92, successivamente sostituita dalla legge 94/09 e successive modifiche, che stabilisce che è cittadino per nascita il figlio di padre o madre cittadini – oppure – per elezione. Se si è nati, cioè, in Italia da genitori stranieri, al compimento dei 18 anni, presentando una dichiarazione di volontà all’ufficio di stato civile del proprio comune di residenza. Diventare cittadino italiano significa entrare a far parte a pieno titolo del Paese in cui si vive. Lo Status di cittadino permette di accedere ai diritti civili e politici in condizioni di parità con tutta la popolazione. A quel punto si è iscritti alle liste elettorali, si ha, ovviamente, il diritto di voto, ci si può muovere liberamente all’interno dei Paesi dell’Unione Europea, si può accedere ai concorsi pubblici e quindi si può lavorare per gli enti pubblici. Vige, nel nostro Paese, una legislazione ormai inadeguata rispetto alle esigenze di una società profondamente cambiata, dagli anni ’90 in poi. C’è un’intera generazione che rischia di restare straniera nel Paese in cui è nata, ed in cui cresce, si forma e magari intende rimanere. Questi ragazzi, dopo quasi 20 anni di vita vissuta qui in Italia, devono chiedere il permesso per essere cittadini, con gli stessi diritti di tutti.

Qualcosa, però, sta cambiando. Sono diverse le proposte di legge avanzate in questi anni, sul tema. Lo “Ius Soli” (diritto legato al territorio), presentata da Laura Boldrini. Questo prevede l’acquisizione della cittadinanza semplicemente per essere nati su territorio della Repubblica. Lo “Ius Culturae“ (diritto legato all’istruzione) presentata da Renata Polverini. Lo Ius Culturae ha come requisito fondante quello di aver completato il percorso delle scuole primarie per poter richiedere la cittadinanza. Vi è, poi, la proposta di uno “Ius Soli” temperato, che va a mescolare le sopracitate proposte ed è stata, questo, presentato da Matteo Orfini. In questo caso, oltre al percorso formativo, è necessario che almeno uno dei due genitori sia residente in Italia, senza interruzioni, da almeno cinque anni e che sia in possesso di un permesso di soggiorno UE in corso di validità. È giunto il momento di imporre un cambiamento legislativo che vada in questo senso. Le condizioni per una soluzione condivisa ci sono. Si faccia una legge nuova, adeguata, più giusta. Siamo ormai da tempo una società abbastanza multietnica. Non ha alcun senso fingere di non saperlo. Non ha alcun senso respingere e contrastare il corso naturale delle cose. “Sogniamo che un altro mondo è possibile e realizzeremo quest’altro mondo possibile.“