di Enrico Sagulo
Nel corso della sua storia la Calabria, terra aspra e rude per antonomasia, si è vista attraversare da diverse dominazioni, arrivate a più ondate e che l’hanno modellata e plasmata fino a renderla la fantastica e dicotomica regione che noi tutti oggi conosciamo. Greci, Romani, Bizantini, poi Normanni, Francesi e Spagnoli e ancora Albanesi e Valdesi. Ognuno ha avuto modo di fermarsi in Calabria, alcuni dominandola e amministrandola per lungo tempo, altri solo di passaggio, ma tutti hanno lasciato un segno tangibile nella cultura di questa terra
In questo primissimo episodio della rubrica Calabrian Roots, faremo un passo indietro nel tempo di circa cinquecento anni per immergerci nel mondo calabro spagnolo;

Siamo a fine 400 e la Calabria guarda con occhio attento a quello che succede al regno di Napoli, diventando anch’essa teatro delle lotte tra le grandi potenze europee dell’epoca, Francia e Spagna, per il controllo territoriale della penisola italiana.

Anni di cruente battaglie si susseguono, come quella del 1495 a Seminara, poco a nord di Reggio Calabria che vide i francesi trionfare sull’esercito spagnolo; vittoria che durò poco, dopo circa un anno, infatti, gli spagnoli rovesciarono le forze transalpine riottenendo il dominio incontrastato nel sud della penisola.

Per facilitare la fluidità dell’amministrazione, la Calabria fu divisa in due zone, la Calabria Ulteriore (zona meridionale) e la Calabria Citeriore (zona settentrionale), inizialmente sotto un’unica autorità governativa e in seguito guidata da due funzionari distinti. In questi anni la regione vide un importante sviluppo dal punto di vista artistico e umanista, con Cosenza che si erse a capitale culturale della Calabria Citra; la città diede infatti i natali a importanti personalità quali Aulo Giano Parrasio, fondatore dell’accademia cosentina e il filosofo Bernardino Telesio, uno dei più importanti intellettuali del tempo.

Per un breve intermezzo, nel 1707, in seguito alla guerra di successione spagnola, il regno di Napoli passò in mani austriache, salvo poi essere riconquistato dai Borbone di spagna, coadiuvati dalle truppe francesi. Fra l’entusiasmo generale, nel 1734, fu Carlo III di Borbone ad ereditare le redini del regno Partenopeo, Calabria inclusa, instaurando un regime destinato a durare sino all’invasione piemontese che porterà poi all’unità d’Italia del 1861.

Nel corso di questi 300 lunghi anni seppur frammentati, si risente molto dell’influenza spagnola, soprattutto sul piano socio culturale; sono molte, infatti, le parole che il nostro dialetto ha preso in prestito dall’idioma iberico;
Di seguito alcune di queste:
- Ammuinà/Ammuìna (fare confusione/Fastidi) da Amohinar (infastidire, irritare);
- Amprèssa (in fretta) da Prisa( prontamente);
- Arravuglià/Arrevugliato ( Avvolgere/Avvolto ) da – Arrebujar–Arrebucarse (Avvolgere-Avvolgersi);
- Arrugnà/Arrugnato ( Contrarre/Contratto-Raggrinzito ) da Arrugar ( contrarre-corrugare);
- Buffettunu ( ceffone ) da Bofeton (idem);
- Buttiglia ( bottiglia ) da Botella (idem ma anche dal francese buteille);
- Cammisa ( Camicia ) da Camisa (idem);
- Canzo ( opportunità) da Alcanzar ( conseguire, raggiungere );
- Cusere ( cucire ) da Coser ( idem);
- Crepato ( lesionato ) da Quebrado ( rotto );
- Cu mmico/Cu ttico ( con me-con te ) da Conmigo – Contigo (idem);
- Cunto ( racconto, favola ) da Cuento (idem);
- Guappo ( camorrista, prepotente) da Guapo ( bello, i guappi erano visti come uomini affascinanti);
- Lazzaro/Lazzarone ( persona scostumata e malvestita ) da Làzaro ( cencioso, lebbroso );
- Mammà ( mamma) da Mamà;
- ‘Mpanata ( cibo ricoperto di farina o pangrattato e poi fritto ) da Empanada ( pasticcio di carni e piselli );
- Muntunu ( mucchio ) da Montòn (idem);
- Muzzicunu (boccone ) da Almuerzo ( spuntino, colazione );
- ‘Ngarrà ( centrare, indovinare, azzeccare ) da Agarrar ( acciuffare, afferrare );
- Nenna/Ninno ( bambino, bambina) da Niño (idem);
- ‘Nfizzà/’Mpizzà ( ficcare, introdurre, infilare) da Fijar ( introdurre, fissare);
- ‘Ngrifarse ( impennarsi, alterarsi, rizzarsi ) da Engrifarse (idem);
- Paliàta (bastonare, percuotere) da Apaleàr (dare colpi con un palo);
- Palumma ( colomba ) da Paloma (colomba);
- Papiallo (il papiro universitario o un documento ponderoso) da Papèl (carta, documento);
Passià – Passiata (camminare, camminata) da Pasear ( passeggiare ); - Ricchione (pederasta) da Orejones (nome dato dagli spagnoli (da oreja -orecchio) ai nobili peruviani viziosi e corrotti che si facevano forare ed allungare le orecchie;
- Riloggio ( orologio) da Reloj (idem);
- Rollo ( rotolo, involto rotondo) da Rollo (idem);
- Sbarià ( vaneggiare, delirare, divagarsi) da Desvariar (farneticare);
- Sciammeria (giacca elegante ) da Chamberga o Chambergo (casacca, cappello a cencio);
- Stare ( nel senso di essere ) da Estar ( stare, essere);
- Tenere ( nel senso di avere, possedere ) da Tenér ( avere );
- Trezzià ( scoprire le carte da gioco a poco a poco ) da Terciar (mettere qualcosa in diagonale, ma ha anche altre varianti, tra gli altri significati c’è dividere in più parti).
E tu? Conoscevi l’origine di queste parole? Ne conosci altre? Se sì, faccelo sapere nei commenti!